JOHN KEATS (1795-1821)

John Keats è sempre ricordato nella letteratura inglese come uno dei più importanti e famosi scrittori e poeti romantici.

La sua più celebre citazione è "la bellezza è verità , e la verità è bellezza", mentre una delle sue opere più famose è sicuramente "Ode a un'urna greca" (Ode on a Grecian urn) .

La vita di John Keats non fu felice. Infatti fu segnata da tragedie familiari, amori senza speranza, e morì in età molto giovane. Tutti questi eventi quindi segnarono anche la sua poesia.

Suo padre aveva sposato la figlia del suo padrone e avevano avuto 4 figli.
Quando suo padre morì, la madre sposò un altro uomo, ma presto lo lasciò ed andò a vivere da sola con i suoi figli. Non molto tempo dopo ella morì a causa della tubercolosi.

A scuola John Keats mostrò subito un grande amore per l'antichità ed il mondo classico.
Una volta divenuto adulto, studiò per diventare chirurgo, ma poi rinunciò alla sua carriera ed iniziò a scrivere le sue opere.

Il suo amore per le antichità - mostrato sin da quando era solo un ragazzo- continuò. Andò anche a vedere, per esempio, i famosi "Marmi di Elgin", le sculture portate in Inghilterra da Lord Elgin dall'Acropoli.

Qualche tempo dopo John Keats riuscì a pubblicare i suoi primi lavori con l'aiuto di un amico.
Dopo di che, si recò a visitare Liverpool, la Scozia e l'Inghilterra del nord, ma, stanco del suo viaggio e soprattutto a causa delle cattive condizioni in cui viaggiava, prese la tubercolosi, ma per fortuna guarì.

Quando tornò a Londra, venne a sapere che un suo fratello era malato, così rimase con lui a prendersene cura fino alla sua morte.

Durante questo periodo John Keats fu fortemente ridicolizzato dai suoi avversari letterari, il che fu abbastanza scioccante per lui. Ma rispose a tutti gli attacchi con grande arguzia, infatti dopo iniziò a scrivere un secondo lavoro: "Iperione" .

Dopo l'Iperione, si innamorò di Fanny Brawne, e per lei scrisse le migliori poesie e lettere d'amore della letteratura inglese. Purtroppo non poterono mai sposarsi a causa della cattiva salute e dei problemi economici di John Keats. Quello fu, tuttavia, un periodo di grande creatività per lui.

Dopo alcuni anni, però, i suoi problemi polmonari divennero gravi e, cercando un clima migliore per la sua salute, decise di andare in Italia. Morì là, all'età di 25 anni.

Fu sepolto a Roma. Sulla sua lapide richiese che dovesse essere scritta solo questa frase: "Qui giace uno il cui nome fu scritto sull'acqua".

 

(QUESTO TESTO -IN INGLESE- E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA
SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").

ODE ON A GRECIAN URN (ODE AD UN'URNA GRECA) DI JOHN KEATS

"ODE ON A GRECIAN URN" (ODE AD UN'URNA GRECA) E' CERTAMENTE L'OPERA PIU' CELEBRE DI JOHN KEATS. QUI DI SEGUITO SI RIPORTA IL TESTO IN INGLESE E LA TRADUZIONE IN ITALIANO DELLE SUE 5 STROFE:

 

TESTO IN INGLESE:

Thou still unravish'd bride of quietness,
       Thou foster-child of silence and slow time,
Sylvan historian, who canst thus express
       A flowery tale more sweetly than our rhyme:
What leaf-fring'd legend haunts about thy shape
       Of deities or mortals, or of both,
               In Tempe or the dales of Arcady?
       What men or gods are these? What maidens loth?
What mad pursuit? What struggle to escape?
               What pipes and timbrels? What wild ecstasy?

Heard melodies are sweet, but those unheard
       Are sweeter; therefore, ye soft pipes, play on;
Not to the sensual ear, but, more endear'd,
       Pipe to the spirit ditties of no tone:
Fair youth, beneath the trees, thou canst not leave
       Thy song, nor ever can those trees be bare;
               Bold Lover, never, never canst thou kiss,
Though winning near the goal yet, do not grieve;
       She cannot fade, though thou hast not thy bliss,
               For ever wilt thou love, and she be fair!

Ah, happy, happy boughs! that cannot shed
         Your leaves, nor ever bid the Spring adieu;
And, happy melodist, unwearied,
         For ever piping songs for ever new;
More happy love! more happy, happy love!
         For ever warm and still to be enjoy'd,
                For ever panting, and for ever young;
All breathing human passion far above,
         That leaves a heart high-sorrowful and cloy'd,
                A burning forehead, and a parching tongue.

Who are these coming to the sacrifice?
         To what green altar, O mysterious priest,
Lead'st thou that heifer lowing at the skies,
         And all her silken flanks with garlands drest?
What little town by river or sea shore,
         Or mountain-built with peaceful citadel,
                Is emptied of this folk, this pious morn?
And, little town, thy streets for evermore
         Will silent be; and not a soul to tell
                Why thou art desolate, can e'er return.

O Attic shape! Fair attitude! with brede
         Of marble men and maidens overwrought,
With forest branches and the trodden weed;
         Thou, silent form, dost tease us out of thought
As doth eternity: Cold Pastoral!
         When old age shall this generation waste,
                Thou shalt remain, in midst of other woe
Than ours, a friend to man, to whom thou say'st,
         "Beauty is truth, truth beauty,—that is all
                Ye know on earth, and all ye need to know."

 

TRADUZIONE IN ITALIANO:

Tu sposa ancora inviolata della calma,
Tu figlia adottiva del silenzio e del tempo (che scorre) lento,
Storia silvana, come puoi così esprimere
Una storia fiorita più dolcemente della nostra poesia?
Quale leggenda contornata di foglie ricopre la tua forma
Di divinità o mortali, o di entrambi
Nella valle della Tessaglia o le valli dell’Arcadia?
Quali uomini o dèi sono questi? Quali fanciulle ritrose?
Quale matto proposito? Quale rissa da fuggire?
Quali flauti o tamburelli? Quale estasi selvaggi?

Le melodie udite sono dolci, ma quelle non sentite
Sono più dolci; quindi voi soffici flauti, continuate a suonare;
Non all’orecchio dei sensi, ma più accattivanti
Suonate allo spirito melodie silenziose:
Bella gioventù, sotto gli alberi, non puoi lasciare
La tua canzone, né possono essere spogli quegli alberi;
Audace amante, mai, mai puoi baciare
Benché tu abbia quasi raggiunto la meta, eppure non addolorarti;
Lei non può appassire, sebbene tu non abbia la tua beatitudine,
perché tu amerai sempre, e lei sarà sempre bella!

Ah felici, felici rami! Che non potete spargere
Le vostre foglie, né dire mai addio alla primavera.
E felice suonatore, instancato,
Che suona per sempre canzoni per sempre nuove;
Amore più felice! Amore più felice, felice!
Per sempre caldo e ancora da essere  goduto,
Per sempre anelante e per sempre giovane,
Molto al di sopra di ogni palpitante passione umana,
Che lascia un cuore molto addolorato e sazio,
Una fronte che brucia ed una lingua inaridita.

Chi sono questi che vanno al sacrificio?
A quale altare verde, O prete misterioso,
Conduci quella giovenca mugghiante al cielo,
Ed adorni tutti i suoi fianchi di seta di ghirlande?
Quale cittadella sul fiume o sulla riva del mare,
O montagna costruita con una cittadella pacifica,
E’ svuotata di questa gente, questo lutto pio?
E, cittadella, per sempre le tue strade
Saranno silenziose, e non un’anima a raccontare
Perché sei desolata, può mai tornare.

O forma attica! Linea armoniosa! Col ricamo
Di uomini e fanciulle di marmo lavorata,
Con cespugli della foresta ed erba calpestata!
Tu, forma silenziosa, ci rapisci al di là del nostro pensiero
Come fa l’eternità: freddo pastorale!
Quando la vecchiaia devasterà questa generazione,
Tu resterai, in mezzo a dolori diversi
Dai nostri, un’amica per l’uomo, al quale tu dici
“La bellezza è verità, la verità è bellezza; che è tutto ciò
che conosci sulla terra, e tutto ciò che hai bisogno di conoscere”.