GEOFFREY CHAUCER (1340 -1400)

LO SCRITTORE INGLESE PIU' CELEBRE DEL XIV SECOLO E' SICURAMENTE GEOFFREY CHAUCER.

IL SUO CAPOLAVORO, SCRITTO IN UN INGLESE MOLTO VICINO A QUELLO MODERNO, SONO LE "CANTERBURY TALES" (STORIE DI CANTERBURY).

 

NEL SUO CAPOLAVORO "I RACCONTI DI CANTERBURY", GEOFFREY CHAUCER NARRA DI ALCUNI PELLEGRINI CHE DECIDONO DI ANDARE A CANTERBURY PER VISITARE LA CITTÀ DOVE MORÌ IL FAMOSO THOMAS BECKET. DURANTE IL LORO VIAGGIO INSIEME, SI RACCONTANO ALCUNE STORIE, IN MODO DA RENDERLO PIÙ PIACEVOLE. QUESTO ARGOMENTO NON È NUOVO: INFATTI RICORDA QUELLO CHE HA FATTO ANCHE BOCCACCIO NEL SUO "DECAMERONE".

 

(QUESTO STESSO TESTO -IN INGLESE- E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").

CANTERBURY TALES (STORIE DI CANTERBURY) DI GEOFFREY CHAUCER

QUI DI SEGUITO SI RIPORTANO IL RIASSUNTO E LA TRADUZIONE IN ITALIANO DEGLI ESTRATTI PIU' FAMOSI DALL'OPERA "THE CANTERBURY TALES" DI GEOFFREY CHAUCER:

 

PROLOGUE (PROLOGO) VERSI 1-42;

 THE PRIORESS (LA PRIORA) (PROLOGO VERSI 118-164);

 THE PHYSICIAN (IL MEDICO) (PROLOGO VERSI 411-444);

THE PARDONER (IL VENDITORE DI INDULGENZE) (PROLOGO VERSI 675-714).

CANTERBURY TALES DI GEOFFREY CHAUCER : THE PROLOGUE (IL PROLOGO)

PROLOGO (TESTO IN INGLESE E TRADUZIONE IN ITALIANO) VERSI 1 - 42

TRATTO DA "THE CANTERBURY TALES" DI GEOFFREY CHAUCER

When in April the sweet showers fall
And pierce the drought of March to the root, and all
The veins are bathed in liquor of such power
As brings about the engendering of the flower,
When also Zephyrus with his sweet breath
Exhales an air in every grove and heath
Upon the tender shoots, and the young sun
His half-course in the sign of the Ram has run,
And the small fowl are making melody
That sleep away the night with the open eye
(So nature pricks them and their heart engages)
Then people long to go on pilgrimages
And palmers long to seek the strangers strands
Of far-off saints, hallowed in sundry lands,
And specially, from every shire’s end
Of England, down to Canterbury they wend
To seek the holy blissful martyr, quick
To give his help to them when they were sick.
It happened in that season that one day
In Southwark, at The Tabard, as I lay
Ready to go on pilgrimage and start
For Canterbury, most devout at earth,
At night there come into that hostelry
Some nine and twenty in a company
Of sundry folk happening then to fall
In fellowship, and they were pilgrims all
That towards Canterbury meant to ride.
The rooms and stables of the inn were wide;
They made us easy, all was of the best.
And, briefly, when the sun had gone to rest,
I’d spoken to them all upon the trip
And was soon one with them in fellowship,
Pledged to rise early and to take the way
To Canterbury, as you heard me say.
But none the less, while I have time and space,
Before my story takes a further pace,
It seems a reasonable thing to say
What their condition was, the fool array
Of each of them, as it appeared to me,
According to profession and degree,
And what apparel they were riding in;
And at a Knight I therefore will begin.

 

Quando in aprile cadono le dolci piogge
E penetrano la siccità nel terreno arido di marzo fino alla radice, e tutte
Le vene sono bagnate in liquore di un tale potere
Che porta alla generazione del fiore.
Quando anche Zefiro con il suo dolce soffio
Esala un’aria in ogni boschetto e brughiera
Sopra i teneri rami, e il giovane sole
Ha corso il suo mezzo-corso nel segno dell’Ariete,
E la piccola selvaggina sta facendo melodia
Che fa cessare la notte con occhio aperto
(così la natura li punge ed occupa i loro cuori)
allora la gente desidera andare in pellegrinaggi
E i palmieri desiderano trovare le zone straniere
Di santi molto distanti, venerati in terre svariate,
e specialmente, dalla parte terminale di ogni contea
in Inghilterra, giù a Canterbury si dirigono
per trovare il santo martire benedetto, veloce
adare il suo aiuto a loro quando erano malati.
Accadde in quella stagione che un giorno
A Southwark, al Tabard, come io mi tengo
Pronto per andare in pellegrinaggio e partire
Per Canterbury, i più devoti di cuore,
A notte là vennero in quell’osteria
Alcuni ventinove in una compagnia
Di genti svariate a cui era capitato poi di trovarsi
In compagnia, ed erano tutti pellegrini
Che avevano intenzione di (cavalcare) verso Canterbury.
Le stanze e le stalle della locanda erano larghe;
Ci sistemarono bene, tutto era della migliore (qualità).
E in breve, quando il sole se ne era andato a dormire,
Parlando a tutti loro riguardo la gita
Fui presto uno di loro nella compagnia
E promisi di alzarmi presto e prendere la via
Verso Canterbury, come mi avete sentito dire.
Ma non di meno, mentre ho tempo e spazio,
prima che la mia storia prenda un’ulteriore andatura
sembra una cosa ragionevole dire
che cosa la loro condizione era, il pieno abbigliamento
di ciascuno di loro, come appariva a me,
che si accordava alla professione e grado
e che vesti stavano indossando
e da un cavaliere quindi comincerò.

CANTERBURY TALES DI GEOFFREY CHAUCER: THE PRIORESS (LA PRIORA)

RIASSUNTO IN ITALIANO:

Uno dei più importanti personaggi descritti tra i pellegrini è una suora -una Priora-, una donna giovane e carina. 

E' molto piacevole, il suo modo di sorridere è semplice e timido . E' anche molto educata, infatti ha studiato francese alla scuola di Stratford -Atte- Bowe e la sua più grande esclamazione è "Per San Loy!" E' conosciuta come Madam Eglantyne. Canta spesso canzoni religiose con una voce nasale (che ai tempi di Chaucer era considerata una bellissima caratteristica).

E' molto educata anche per quanto riguarda le buone maniere a tavola. Infatti a tavola i suoi modi sono molto ben istruiti: non immerge mai le dita dentro la salsa troppo profondamente, non lascia mai che il boccone cada dalla sua bocca sul suo petto, è solita asciugare il suo labbro superiore così da non lasciare mai una traccia di grasso sulla sua tazza quando beve ed è sempre attenta che il suo vestito non si sporchi.

Il suo carattere è amichevole e sensibile . E' così tenera di cuore che comincia a piangere se solo vede un topo in trappola. Ha alcuni cagnolini con sè, che nutre con il miglior cibo: latte e carne. Sono molto attaccati a lei, e lei odia se a qualcuno, per caso, capita di far loro del male o di batterli con un bastone.

Indossa un elegante velo, la bocca è piccola, rossa e morbida, la fronte larga, il naso piccolo e i suoi occhi brillano come due stelle . E' anche alta ed ama avere bei vestiti: ha un bellissimo mantello, un braccialetto di corallo sul suo braccio ed un meraviglioso rosario, dal quale pende una spilla d'oro. Su di esso c'è scritto in latino: "Amor vincit omnia".

Con lei ci sono un'altra suora, un cappellano e tre preti.

 

(QUESTO STESSO TESTO -IN INGLESE- E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").

THE PRIORESS (LA PRIORA)

(TRADUZIONE IN ITALIANO) VERSI 118-164

TRATTO DA "THE CANTERBURY TALES" DI GEOFFREY CHAUCER

C’era anche una suora, una priora.
Il suo modo di sorridere era molto semplice e timido.
La sua più grande imprecazione era solo “per Sant’Eligio!”.
Ed era conosciuta come Madam Eglantyne.
E cantava bene un servizio religioso con una bella
Intonazione nasale, come era più elegante,
E parlava frequentemente in Francese, con proprietà,
Dopo la scuola di Stratford Atte Bowe;
Non conosceva il francese nello stile parigino.
A tavola le sue maniere erano inoltre ben educate;
Nessun boccone lasciava cadere dalle sue labbra,
Né inzuppava le sue dita troppo profondamente nella salsa;
Ma poteva portare su un boccone e trattenere
La più piccola goccia dal caderle sul petto.
Aveva un gusto speciale per l’educazione (comportamento),
E si asciugava le labbra superiori così pulitamente
Che non si poteva vedere alcuna traccia di grasso
Sopra la sua tazza quando aveva bevuto; per mangiare
Allungava compostamente una mano per la carne.
Sicuramente era molto affabile,
Simpatica e amichevole nei suoi modi, e sforzandosi
Di contraffare una specie di grazia da corte,
Un nobile comportamento adatto alla sua posizione,
E per sembrare degna in tutte le sue azioni.
Come per le sue simpatie e teneri sentimenti,
Era caritativamente sollecita,
Era solita piangere se solo vedeva un topo
Preso in una trappola se era morto o sanguinante.
E aveva dei cagnolini che nutriva
con carne arrosto, o latte, o buon pane bianco,
E piangeva amaramente se uno era morto
O qualcuno prendeva un bastone e lo faceva soffrire;
Era tutta piena di sentimenti e di cuore tenero.
Il suo velo era riunito in un modo distinto.
Il suo naso era elegante, i suoi occhi trasparenti.
La sua bocca era molto piccola, ma soffice e rossa,
La sua fronte era certamente ben spaziosa,
Quasi una spanna sulle ciglia, direi;
Era di certo in nessun modo sottosviluppata.
Il suo mantello, notai, aveva un fascino aggraziato.
Indossava un ornamento di corallo sul braccio,
un rosario, i grani più grossi dipinti di verde,
dai quali pendeva una spilla del massimo splendore
Sulla quale per prima era scolpita una A incoronata
E più sotto Amor vincit omnia.
Un’altra suora, la cappellana nella sua cella,
stava andando con lei, ed anche tre preti.

CANTERBURY TALES DI GOEFFREY CHAUCER : THE PHYSICIAN (IL MEDICO)

RIASSUNTO:

Tra i pellegrini c'è un medico astuto e spiritoso. E' un medico fantastico: nessuno è come lui per fare una conversazione sull'arte della medicina o della chirurgia, infatti lui non è solo un medico, ma anche un ottimo chirurgo.

Tiene di solito il suo paziente in una lunga osservazione prima di dargli la giusta medicina, perché è anche esperto in astrologia. Guarda sempre le stelle per decidere l'ora migliore in cui curare il suo paziente. Durante il Medioevo la gente pensava spesso che la posizione dei pianeti e delle stelle potesse avere una grande influenza sulle persone e le malattie. Questo medico riusciva a capire la causa di ogni malattia solo guardando le stelle, e trovare la cura migliore.

 

(QUESTO STESSO TESTO -IN INGLESE- E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").

IL MEDICO (THE PHYSICIAN)

(TRADUZIONE IN ITALIANO) VERSI 411-444

TRATTO DA "THE CANTERBURY TALES" DI GEOFFREY CHAUCER

Con noi venne anche un astuto medico.
Non c’era nessuno come lui per un’inchiesta
Sull’arte della medicina o della chirurgia,
Era istruito nell’astrologia.
Teneva il suo paziente a lungo in osservazione,
Scegliendo l’ora adatta per l’applicazione
Di incanti e immagini grazie alla sua conoscenza
Della magia, e la miglior posizione dei pianeti.
Perché era uno che capiva le leggi
Che governano gli umori e poteva dire la causa
Che cagionava ogni malattia umana,
O di caldo o di freddo, o umido o arido.
Era un perfetto medico di sicuro.
Una volta conosciuta la causa prescriveva la cura,
Poiché ha i suoi farmacisti pronti all’atto.
Per procurare al malato alcune pillole di pozione.
Un gioco di mutuo favore, con ognuno che vince.
La loro associazione a malapena cominciando.
Era molto abile nelle sue autorità,
Il vecchio Esculapio, Dioscoride,
Rufus, il vecchio Ippocrate e Galeno,
Haly e Rhazes, Serapione,
Averroè, Bernardo, Johannes Damascenus,
Avicenna, Gilbert, Gaddisden, Costantino.
Consigliava una dieta moderata in principio,
Ma ricca di nutrimento, digeribile;
Non ammetteva l’eccesso di nulla.
Non si curava molto delle sacre scritture.
I suo vestiti erano foderati di taffeta; il loro colore
Era tutto di rosso sangue e blu di Persia,
Tuttavia era misurato nello spendere.
Salvò le sue proprietà dai periodi di pestilenza,
Perché l’oro era un cordiale, come i medici lo tengono (considerano),
E così aveva un amore speciale per il denaro.

CANTERBURY TALES DI GEOFFREY CHAUCER : THE PARDONER (IL VENDITORE DI INDULGENZE)

RIASSUNTO:

Tra i pellegrini c'è anche un venditore di indulgenze, descritto da Chaucer come un giovane uomo. Un "venditore di indulgenze" era un uomo ecclesiastico che era solito viaggiare molto per vendere i cosiddetti  "pardons", molto comuni durante il Medioevo .

Ha i capelli lunghi, gialli come la cera, appesi come una matassa di lino. Le sue ciocche sono sparse sulle spalle. Non ha un cappuccio, ma lo tiene dentro la sua grande borsa. Fatta eccezione per il berretto, la sua testa è completamente nuda.

La sua grande borsa è come un portafoglio. I suoi occhi brillano. E' spiritoso e audace. Vuole apparire elegante, perciò i suoi vestiti devono essere sempre puliti. Tutte queste cose gli danno un aspetto femminile.

Sul suo berretto è cucita una Veronica. La sua pelle è come quella di un bambino, infatti è senza barba. Nonostante il suo aspetto infantile, è molto astuto e nessuno lo può battere nel suo lavoro.

Non è molto onesto: la sua borsa è piena di grazie che vende di solito durante i suoi viaggi. Ha un velo con sè, che, secondo lui, apparteneva alla Madonna, e un pezzo della vela che San Pietro usava in Galilea quando Gesù Cristo lo scelse, e alcune ossa di maiale che vende come reliquie sacre.

Viaggia molto, e quando gli capita di trovare un pastore di un povero villaggio che lavora la sua terra, lo imbroglia e gli vende quelle false reliquie che si porta appresso, guadagnando così molti soldi. Usando la sua adulazione e bugie, riesce a ingannare non solo i preti poveri, ma anche tutte le persone dei villaggi.

Ma anche se è un imbroglione, non dobbiamo dimenticare che è un uomo appartenente al clero: è in grado di leggere il Vangelo ad alta voce, e, quando canta, è pieno di emozione. Una buona occasione, questa, per predicare e ottenere un po' di soldi.

 

(QUESTO STESSO TESTO -IN INGLESE- E' STATO INVIATO E PUBBLICATO ANCHE NELLA SEZIONE APPUNTI DEL SITO "SKUOLA.NET").

IL VENDITORE DI INDULGENZE (THE PARDONER)

(TRADUZIONE IN ITALIANO) VERSI 675-714

TRATTO DA "THE CANTERBURY TALES" DI GEOFFREY CHAUCER

Questo venditore di indulgenze aveva capelli gialli come cera,
Ma pendevano lisci come una matassa di lino.
I suoi riccioli cadevano in rade ciocche dalla sua testa,
E lasciava le estremità sparse sopra le sue spalle,
Ma in ciuffi sottili che giacevano uno ad uno.
Non portava il cappuccio per non curanza,
Perché lo teneva chiuso nella sua bisaccia.
Viaggiava, come credeva lui, nello stile più attuale,
Scarmigliato. Salvo per il berretto, la sua testa era nuda,
E scintillava negli occhi come una lepre.
Una Veronica era cucina sul suo berretto,
La sua bisaccia era posata davanti a lui nel suo grembo,
Piena fino all’orlo di indulgenze dall’autentico seggio
A Roma. Aveva la voce come un belato di capra.
Non aveva la barba e non aveva mai avuto la barba.
La sua guancia era sempre liscia come se si fosse appena rasato.
Penso che fosse un castrato o una giumenta.
Ma nel suo mestiere, da Berwick giù fino a Ware,
Nessun venditore di indulgenze poteva batterlo fra quelli del suo rango,
Poiché nella sua borsa aveva una federa
Che presentava come il velo di Nostra Signora;
Diceva che aveva un pezzo delle autentiche vele
Che san Pietro, quando pescava in Galilea
Prima che Cristo lo prendesse, usava sul mare.
Aveva una croce di latta incastonata di pietre
E in un vaso di vetro teneva alcune ossa di maiale,
E con queste sante reliquie, quando incontrava
Qualche parroco di villaggio che sgobbava a dissodare la sua povera terra,
Otteneva più denaro in un singolo giorno
Di quanto in due mesi sarebbero venuti alla maniera del pastore.
Così con le sue adulazioni e le sue merci fasulle
Abbindolava il parroco e il suo gregge.
Ma sebbene la sua coscienza fosse un po’ malleabile,
In chiesa era un nobile ecclesiastico.
Poteva leggere bene le Scritture o la storia di un santo,
Ma meglio di tutto cantava l’offertorio,
Poiché capiva che, quando questa canzone era cantata,
Allora doveva predicare, e affinare la sua lingua
Per far soldi, anche l’arte conosceva,
E allora cantava gaiamente con il cuore emozionato.